blu prodotta per il mercato d’esportazione, donati dalla
sottoscritta che vengono così ad arricchire ed integrare
iconograficamente e cronologicamente l’esistente
collezione dei frammenti cinesi recuperati da Hormuz.
Infine la vocazione didattica del museo è ben
rappresentata da quattro plastici raffiguranti architetture
sud arabiche e da due raffiguranti monumenti scavati
da Umberto Scerrato nel Sistan (Iran), realizzati con
grande perizia da Romolo Loreto.
Le ceramiche islamiche, che rappresentano il gruppo
di oggetti più numeroso, erano già state inventariate,
catalogate e parzialmente studiate da Giovanna
Ventrone Vassallo, utilizzate spesso, nel corso degli
anni, come materiali esemplificativi durante le lezioni
di Archeologia e storia dell’arte musulmana.
I frammenti cinesi erano stati presentati, dalla
sottoscritta, ad un convegno tenutosi ad Albisola nel
1974 e hanno avuto una successiva rilettura nel 2003.
Uno dei frammenti di una stele del nordovest dell’India
è stato pubblicato da Maurizio Taddei nel 1973.
Come pure sono state pubblicate le stele funerarie
egiziane da Giovanni Oman nel 1965 e da Umberto
Scerrato nel 1968 e i sigilli da Luigi Cagni (1971), da
Stefania Campurra Mazzoni (1972) e da Alessandro
de Maigret (1974).
Della creazione di un museo orientale non si era più
parlato fino ad alcuni anni fa, quando chiesi al Rettore,
Lida Viganoni, di pensare ad una destinazione museale
per gli oggetti orientali di proprietà della nostra Università.
L’occasione fu data dalla cerimonia per la laurea
honoris
causa
al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
concessa dalla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università
degli studi di Napoli ‘L’Orientale’nel novembre del 2009.
Fu allora che il Rettore mi chiese di organizzare una
presentazione del materiale orientale allestendo tre vetrine
da collocare nell’anticamera del Rettorato a Palazzo Du
Mesnil.
chronological point of view, the existing collection of
Chinese fragments gathered at Hormuz.
Finally six scale models, realized by Romolo Loreto,
bear evidence of the architecture of the Ancient Near
East and of Sistan.
The Islamic pottery, which is the group comprising
the highest number of objects, had already been
inventoried, catalogued and partially studied by
Giovanna Ventrone Vassallo, and have been often used
over the years as illustration materials during classes
of Archaeology and History of Islamic Art.
I had already presented the Chinese fragments at a
conference held at Albisola in 1974 and the same
items were reread in 2003.
One of the fragments of a stele coming from the
northwest of India was published by Maurizio Taddei
in 1973.
Also published, back in 1965 by Giovanni Oman
and in 1968 by Umberto Scerrato, were the Egyptian
funerary steles and the seals by Luigi Cagni (1971),
Stefania Campurra Mazzoni (1972) andAlessandro de
Maigret (1974).
The plans for the establishment of an oriental museum
had been abandoned for decades, until a few years ago
I asked the Rector, Lida Viganoni, to think about the
possibility of giving a permanent museum destination
to the oriental objects owned by our University. The
occasion was the ceremony for the honorary degree
conferred in November 2009 to President Giorgio
Napolitano by the Faculty of Political Science of the
University of Naples ‘L’Orientale’. It was then that the
Rector entrusted me with the presentation of the oriental
items which were to be exhibited in three glass cases to
be placed in the antechamber of DuMesnil Palace, home
to the Rector’s office.
Arranged in the three glass cases, some Islamic
pottery from Iranian territories, a few Islamic bronzes,
Museo Orientale ‘Umberto Scerrato’
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