G
        
        
          IOVANNA
        
        
          V
        
        
          ENTRONE
        
        
          V
        
        
          ASSALLO
        
        
          
            Ceramica islamica / Islamic Pottery
          
        
        
          addition to the above-mentioned rosette, the three
        
        
          pyramidal dots, now within a circular band (MO128),
        
        
          and a characteristic bird with dotted contours
        
        
          (MO131; see a very close comparative sample from
        
        
          Nishapur in Wilkinson 1973: 166, 174, no. 32), there
        
        
          are two other decorations: the first one (MO129) can
        
        
          still be considered epigraphic since it is possible to
        
        
          recognise it as the well-known simplification of the
        
        
          word
        
        
          
            al-yumn
          
        
        
          , ‘happiness’, whereas the second one
        
        
          (MO134) – featuring repeated patterns of one or two
        
        
          letters in an almost square Kufic contained within a
        
        
          diametrical band and two cartouches on the rim – is
        
        
          only reminiscent of epigraphy; a sample very close to
        
        
          the one in the Museum can be seen on a fragment
        
        
          discovered at Sabz Pushan (Wilkinson 1973: 169, 178,
        
        
          no. 49).
        
        
          10
        
        
          The following five exemplars – four bowls (MO125,
        
        
          MO133, MO132, MO165) and a small vase (MO130) –
        
        
          differ from the previous group, both with regard to the
        
        
          colour of the background, which tends to a brick red,
        
        
          and especially with regard to the peculiar painted
        
        
          decoration, which, to emphasize the motifs, is executed
        
        
          in black fine lines and series of dots on white ribbons.
        
        
          Totally unadorned on the outside, these items are
        
        
          however completely covered with a transparent glaze
        
        
          that sometimes gives a yellowish tint to the white of
        
        
          the decorations painted inside.
        
        
          The decoration is applied so as to occupy the entire
        
        
          surface, which is divided into geometric panels, such as
        
        
          triangles or squares or wide bands, containing very
        
        
          simple floral elements: the trilobed leaf (MO133,
        
        
          MO125), the vine-scroll (MO132), a small four-lobed
        
        
          flower (MO165). Very similar, probably locally produced
        
        
          exemplars, were recovered at Nishapur (Wilkinson 1973:
        
        
          165, 173, 174, nos. 22, 27). One sample belongs to the
        
        
          Sabah collection (Watson 2004: cat Gb.14).
        
        
          A spiral element alternates with an upside-down lily
        
        
          summenzionata rosetta e ai tre punti a piramide, ora
        
        
          all’interno di una banda circolare (MO128), e a un
        
        
          caratteristico volatile dai contorni puntinati (MO131;
        
        
          vedi un esempio molto prossimo da Nishapur in
        
        
          Wilkinson 1973: 166, 174, n. 32), figurano altre due
        
        
          decorazioni: la prima (MO129) può ancora definirsi
        
        
          epigrafica in quanto vi si riconosce la ben nota
        
        
          semplificazione del vocabolo
        
        
          
            al-yumn
          
        
        
          , ‘la felicità’,
        
        
          mentre la seconda (MO134), con una o due lettere
        
        
          dell’alfabeto, riproposte più volte in un cufico quasi
        
        
          quadrato entro una banda diametrale e due cartigli sul
        
        
          bordo, può solo definirsi una reminiscenza epigrafica;
        
        
          un esempio molto prossimo a quello del Museo si
        
        
          vede su un frammento trovato a Sabz Pushan
        
        
          (Wilkinson 1973: 169, 178, n. 49).
        
        
          10
        
        
          Si distinguono dal gruppo precedente i seguenti
        
        
          cinque esemplari, quattro coppe MO125, MO133,
        
        
          MO132, MO165 e un vasetto, MO130, sia per il colore
        
        
          del fondo che tende al rosso mattone sia soprattutto per
        
        
          la peculiare esecuzione della decorazione, la quale, per
        
        
          dare maggior risalto agli ornati, dipinge sottili tratti o
        
        
          sequenze di punti in nero su nastri bianchi.
        
        
          Del tutto disadorni all’esterno, questi oggetti sono
        
        
          tuttavia interamente rivestiti da una vetrina trasparente
        
        
          che, a volte, fa assumere una tonalità giallastra al
        
        
          bianco delle decorazioni dipinte all’interno.
        
        
          L’ornato si dispone su tutta la superficie la quale è
        
        
          suddivisa in spazi geometrici, come triangoli o
        
        
          quadrati o larghe bande, all’interno dei quali sono
        
        
          disposti elementi floreali molto semplici: la foglia
        
        
          trilobata (MO133, MO125), il tralcio spiraliforme
        
        
          (MO132), un piccolo fiore quadripetalo (MO165).
        
        
          Esempi assai prossimi e ritenuti con qualche
        
        
          probabilità produzione locale sono stati recuperati a
        
        
          Nishapur (Wilkinson 1973: 165, 173, 174, nn. 22, 27).
        
        
          Un esemplare appartiene alla collezione al-Sabah
        
        
          (Watson 2004: cat. Gb.14).
        
        
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