idrauliche e di ingegneria sanitaria, nonché a quelle
relative allo sviluppo agricolo e rurale, di una società
Italiana, l’Italconsult, con cui la MissioneArcheologica
Italiana aveva già da tempo collaborato, la regione,
cominciò ad aprirsi, sia pure lentamente, a forme di
maggiore sviluppo economico. È dell’epoca dello
scavo e anche successivamente l’apertura di tre bacini
lacustri artificiali che, se da un lato avrebbero arrecato
non pochi danni ai resti archeologici, avrebbero
tuttavia, dall’altro, consentito alle popolazioni in loco
di potere disporre di enormi riserve di acqua.
Tornando alle attività archeologiche nell’area, a partire
dal 1962, Umberto Scerrato cominciò a concentrare la
propria attenzione, assieme ad altri siti, soprattutto nei
confronti di quello di Dāhān-e Ghūlāmān (Figg. 3, 8),
1
nelle vicinanze del villaggio di Qal‘a-ye Now, già
visitato due volte nel corso delle precedenti campagne
del 1960 e 1961. L’analisi del materiale raccolto in
superficie – su cui recentemente sono stati proposti
alcuni lavori (Maresca 2008; 2010) – e delle planimetrie
degli edifici, rilevabili, in molti casi, già prima dello
scavo, in virtù di efflorescenze saline che lasciavano in
Italian company Italconsult, with which the Italian
Archaeological Mission had long collaborated, the
region, began to open up, albeit slowly, to forms of
greater economic development. And at the epoch of
the excavation and also later the opening of three
artificial lakes whether on one hand, would have
caused some damage to the archaeological remains,
Museo Orientale ‘Umberto Scerrato’
294
Fig. 2. Laghi terminali artificiali nel Sistan iraniano (da Google
Earth 2012).
Fig. 2. Terminal artificial lakes in Iranian Sistan (from Google
Earth 2012).
Fig. 3. Pianta Generale di Dāhān-e Ghūlāmān (Dep. IsMEO, 8357a).
Fig. 3. Dāhān-e Ghūlāmān, general plan (Dep. IsMEO, 8357a).
1...,284,285,286,287,288,289,290,291,292,293 295,296,297,298,299,300,301,302,303,304,...326