di altre due abitazioni private: il QN6 ed il QN7, come
nel 1963 quello dell’edificio QN3 e venne intrapreso
quello di un altro edificio monumentale, il QN2, da
subito ritenuto, pur se con qualche dubbio, una sorta
di magazzino (
Id.
: 22).
In virtù di ciò, la campagna del 1964, accanto al
proseguimento degli scavi presso il QN2, fu volta allo
scavo di un altro edificio dalle notevoli dimensioni, il
QN16 (Scerrato 1970: 136). Nel 1965, anno dell’ultima
campagna di scavi a Dāhān-e Ghūlāmān, oltre al
completamento dello scavo del QN2, nel quale, ormai,
si tendeva a riconoscere una ‘Tesoreria’ (Fig. 6),
probabilmente destinata a custodire i tributi raccolti da
un’entità politica regionale identificabile, secondo
Scerrato, come la satrapia achemenide della Zranka/
Drangiana (
Id.
: 133), vennero effettuate delle verifiche
di approfondimento presso il QN3.
Nel dicembre del 1974, in seguito ad accordi stipulati
con
l’Organizzazione per la Conservazione e il
Restauro dei Monumenti
dell’Iran, una Missione
Italiana dell’IsMEO e dell’IUO fu esplicitamente
invitata a ritornare nel Sistan, con lo scopo di effettuare
dei restauri anche presso Dāhān-e Ghūlāmān.
Nelle tre campagne del 1975, 1976 e 1977, la Missione
di Restauro, diretta dall’architetto Luca Mariani, si
concentrò soprattutto sul restauro conservativo delle
strutture del QN3 che maggiormente avevano sofferto
l’azione erosiva degli agenti atmosferici nel decennio
intercorso dall’epoca degli scavi, mettendo a punto
specifiche tecniche per la protezione delle strutture in
crudo (
IsMEO Activities
1975: 550-52; 1976: 606-7;
1977: 467; Mariani 1977; 1979).
Nell’ambito delle stesse attività, inoltre, nell’autunno
del 1975, il sottoscritto condusse dei saggi che misero in
luce alcune porzioni dell’edificio QN4, un’abitazione
privata, in particolare portandone alla luce l’ambiente
principale, dotato di un pilastro centrale di forma
he had begun the excavation of the monumental
building identified as QN3, to which a religious
function was attributed (Figs. 4, 5), and performed
some trenches to QN4 and QN5 buildings, interpreted
as private houses. During the subsequent campaign of
1963 was, therefore, undertook and completed the
excavation of two other private houses, QN6 and QN7
and, as in 1963, building QN3 and was taken to another
monumental building, QN2 considered, although with
some doubt, a sort of ‘warehouse’ (
Id.
: 22).
Because of this, the campaign of 1964, alongside the
continuation of the excavations at QN2, the excavation of
another large-sized building, QN16 (Scerrato 1970: 136)
was once started. In 1965, the year of the last campaign
of excavations at Dāhān-e Ghūlāmān, in addition to the
completion of the excavation of QN2, where, now, they
tended to recognize a ‘Treasury’ (Fig. 6), probably
intended to keep the taxes collected by a political regional
entity identifiable, according to Scerrato, such as the
Achaemenid satrapy of Zranka/Drangiana (
Id.
: 133), new
activities where carried out near QN3.
In December 1974, following new agreements with the
Organization for the Conservation and Restoration of
Monuments of Iran
, an Italian Mission of IsMEO and of
IUO was explicitly invited to return in Sistan, with the
aim of making restoration also in Dāhān-e Ghūlāmān.
Museo Orientale ‘Umberto Scerrato’
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Fig. 6. Edificio QN2, il Tesauros dopo il restauro.
Fig. 6. Building QN2, Tesauros after restoration.
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